Il Dossier regionale 2024 sulle povertà in Campania è stato presentato lunedì 18 novembre alle ore 10.00 presso l’aula SSC 6/7 dell’edificio C del Campus dell’Università di Salerno a Fisciano.
In Italia, le principali rilevazioni che producono dati risultano due: l’indagine Istat/Eurostat su Reddito e Condizioni di vita, che diffonde i dati relativi al rischio povertà o esclusione sociale, a partire dai redditi delle famiglie;
la rilevazione Istat sulla Spesa per consumi delle famiglie.
Vediamoli più da vicino.
In Italia le persone che vivono in una condizione di rischio povertà o esclusione sociale risultano 13 milioni 391mila, pari al 22,8% della popolazione. Vengono considerate a rischio povertà o esclusione sociale, le persone che sono in almeno una delle seguenti situazioni: vivono in famiglie a rischio povertà, cioè hanno un reddito inferiore al sessanta per cento del reddito mediano nazionale; ad esempio, non possono far fronte a spese impreviste, riscaldare adeguatamente l’abitazione, svolgere attività di svago con familiari o amici; non possono permettersi un pasto adeguato (carne, pesce, proteine equivalenti vegetariane) almeno una volta ogni due giorni; non possono permettersi un’automobile; non possono permettersi di sostituire il mobilio fuori uso; non possono permettersi una connessione internet utilizzabile da casa; non possono sostituire abiti consumati o permettersi due paia di scarpe in buone condizioni; non possono permettersi di incontrare familiari e/o amici per bere o mangiare insieme almeno una volta al mese. Secondo i dati Istat la spesa reale media delle famiglie è diminuita negli ultimi dieci anni del 14 per cento nel Nord, dell’8 per cento nel Centro e del 3 per cento nel Mezzogiorno.
Se si pensa che prima della crisi economico-finanziaria del 2008 il dato individuale si attestava intorno al 3%, si comprende come sia mutato in questo tempo il fenomeno della povertà: è passato da marginale a elemento strutturale della società.
Un fattore che accomuna la gran parte delle persone che si rivolgono alla rete Caritas è la fragilità occupazionale, che si esprime per lo più in condizioni di disoccupazione (48,1%) e di “lavoro povero” (il 23% dichiara infatti di avere una occupazione). Non è solo dunque la mancanza di un impiego che spinge a chiedere aiuto: di fatto quasi un beneficiario su quattro rientra nella categoria che viene definita del” working poor”.
Povertà e salute.
Nel 2023 – attesta il nostro Istituto nazionale di statistica – il 7,6% della popolazione, pari a circa 4,5 milioni di persone, ha dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie ritenute necessarie (visite specialistiche, radiografie, ecografie, risonanze magnetiche, ecc.) a causa di problemi economici o problemi di accesso legati alle liste di attesa.
Gli anziani che hanno chiesto aiuto alla Caritas nel 2023 sono stati 35.875 (erano 30.692 nel 2022), che corrispondono al 13,4% dell’utenza; nel corso degli ultimi anni si è assistito a un costante aumento del peso degli over 65, passato dal 7,7% del 2015 al 13,4% del 2023.
In alcune regioni tale incidenza raggiunge livelli ancor più elevati, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno come, ad esempio, Campania (18,1%), Basilicata (16,6%), Puglia (15,4%) e Sardegna (15,3%).
Tra gli anziani incontrati risulta alta la percentuale delle persone che non convivono con un partner (72%), perché defunto o perché è cessato il legame coniugale e affettivo.
Quasi una persona su due dichiara di vivere da sola (46%) e più della metà risulta pensionato (il 50,3% del totale).
Molto basso il loro livello di istruzione: il quaranta per cento possiede al massimo una licenza elementare.
La gran parte vive in affitto o in case popolari: nonostante l’età avanzata solo il 17,1% può contare su un’abitazione di proprietà.
Secondo il Dossier Regionale sulle Povertà 2024 della Caritas Campania, attualmente oltre 15.000 famiglie sono assistite dalle Caritas locali.
Due i dati più interessanti che vengono fuori dal report:
le persone, anche quelle che lavorano, si sono impoverite per la bassa capacità di acquisto in base agli stipendi attuali.
L’altro dato riguarda le conseguenze della cancellazione di una misura di contrasto alla povertà come il Reddito di Cittadinanza.
Una misura con tante criticità ma che aveva il pregio di essere universalistica, a differenza dell’Assegno di Inclusione, che invece attua una odiosa discriminazione tra i poveri meritevoli e poveri non meritevoli.
Nello specifico, la misura del Reddito di Cittadinanza ha visto in Campania tra luglio e dicembre 2023 un calo di nuclei che hanno potuto usufruirne pari a 71.471, ovvero 155.739 persone.
Rispetto all’ambito della salute la Campania presenta il valore minimo della speranza di vita a livello nazionale sia per le femmine (83,6 anni), sia per i maschi (79,4 anni).
Nascere in Campania comporta un’aspettativa di vita più bassa di quella del resto del Paese, pari a 1,7 anni.
La mortalità evitabile, che si riferisce ai decessi che potrebbero essere ridotti grazie alla diffusione di stili di vita più salutari e alla diminuzione di fattori di rischio ambientali e comportamentali, nonché grazie a un’assistenza sanitaria adeguata e accessibile.
Povertà assoluta e relativa: l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge oltre 859mila famiglie, il 10,2%).
Il dato della povertà relativa in Italia nel 2023 è pari a 10,6% mentre su scala regionale la Campania presenta il 21,2%; peggiori solo i dati della Calabria (26,8%) e della Puglia (22,3%).
Secondo l’Eurostat nel 2023 il 21,4 % della popolazione dell’UE, 94,6 milioni di persone, è considerata a rischio di povertà o di esclusione sociale. Nello specifico,
Il Sud Italia è tra le aree dell’Unione europea che presenta i valori più elevati: in testa, Calabria (48,6%) e Campania (44,4%).
In pratica sono a rischio povertà ed esclusione sociale quasi un campano su due.
Il Centro di Ascolto Diocesano di Salerno fornisce i dati relativi al primo semestre del 2024 che offrono uno spaccato interessante sull’utenza del centro.
Su un totale di circa 108 persone che hanno usufruito del servizio, si nota una netta prevalenza maschile, con 93 uomini contro 15 donne. Ancora più significativa è la proporzione tra stranieri e italiani: circa 68 persone di origine straniera hanno trovato sostegno presso il centro, rispetto a 40 cittadini italiani.
Gli utenti nuovi che si sono rivolti dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 sono in totale 326 di cui 116 donne e 210 uomini, con una presenza considerevole di disoccupati e di lavoratori irregolari sul territorio di competenza (sia di italiani che stranieri): circa il 75% degli utenti. Dai colloqui è emerso che al 31 dicembre 2023 gran parte degli utenti avrebbe terminato il periodo di percezione del Reddito di Cittadinanza (circa 60%) in seguito al cambiamento della normativa vigente in Italia.
L’altro 15% (italiani e stranieri) percepisce qualche indennità economica di sostegno (quali pensione sociale, pensione di invalidità, assegno di disoccupazione o altra forma di intervento a sostegno).
Il rimanente 25% si ritrova, in base al suo status giuridico, ad essere escluso da qualsiasi forma di sostegno. I bisogni maggiormente/totalmente rilevati (95%) sono legati alla questione economica: quali bollette, contributi economici per acquisto farmaci, spese per viaggi di salute e mediche, contributi per canoni di fitti o spese di inizio contratto, articoli e supporti sanitari e anche materiale scolastico (quest’ultimo bisogno emerso nel secondo semestre di osservazione).
In conclusione, le 20 diocesi della Campania che si sono impegnate nel mettere a disposizione i dati raccolti nei loro Centri di Ascolto e hanno consentito questo report , ci raccontano di un mondo che interpella anche il Sindacato e lo SPI in particolare
Sono madri e padri di famiglia, sono minori che non vengono direttamente in Caritas, ma chiedono aiuto
attraverso i loro genitori.
Sono giovani che stanno perdendo la fiducia nella possibilità di un futuro diverso.
Sono anziani che dopo una vita di lavoro e sacrifici vedono diminuire sempre piu le risorse a loro disposizione, perché il potere di acquisto delle loro pensioni
si è eroso anno dopo anno.
Sono migranti che troppo spesso sono sfruttati e maltrattati, mentre contribuiscono
al benessere dei nostri territori.
Fonte: Dossier della Caritas sulla povertà in Campania
Elaborazione a cura dello Spi Cgil di Salerno