Sabato 21 dicembre 2024 alle ore 16:00 presso l’aula consiliare del Comune di Ceraso il sindacato pensionati della Cgil di Salerno, unitamente alla Camera del Lavoro di Salerno, ha tenuto una iniziativa dal titolo “Cilento tra occasioni mancate e sviluppo possibile: le idee della Cgil a confronto”.
I lavori sono stati coordinati dal segretario generale dello Spi Cgil di Salerno Arturo Sessa, in una sala piena nonostante il freddo e con una platea molto attenta.
La relazione di introduzione ai lavori è stata affidata a Sergio Mautone, responsabile della Camera del Lavoro della Cgil di Vallo della Lucania, il quale ha evidenziato come nel Cilento gli unici punti di forza sono gli agriturismi che in alcuni periodi dell’anno riescono a smuovere l’economia e che pertanto occorre seriamente interrogarsi e parlare delle difficoltà delle aree interne.
Mautone ha evidenziato anche che in questo territorio la Cgil è l’unico punto di riferimento politico perché la gente ci vede come un’organizzazione presente sul territorio e che eroga servizi; ovviamente ciò non può essere sufficiente ad incrementare un dibattito politico sulle prospettive dell’area e, così come avveniva nel passato, occorre fruire dell’appoggio dei partiti vicini alla Cgil.
Il Sindaco di Ceraso, avvocato Aniello Crocamo, nel portare i saluti dell’amministrazione, ha ribadito la necessità per il Cilento di uno sviluppo sostenibile che rispetti l’inclinazione naturale del territorio.
Un territorio che nel Cilento è bellissimo e può servire a sfruttare il turismo ma non solo quello costiero e quindi balneare ma anche quello dell’ entroterra ricco anch’esso di scenari naturali bellissimi.
Il Cilento ha poi anche un’altra caratteristica, la salubrità e quindi il filone enogastronomico: la dieta mediterranea però non deve essere solo un brand ma deve essere considerata la possibilità di coltivare in loco i prodotti. Ciò potrebbe servire ad evitare lo spopolamento e a generare un’economia locale virtuosa, oramai soppiantata dalla grande distribuzione.
Le amministrazioni comunali del territorio dovrebbero fare rete per una crescita virtuosa di tutti i Comuni, un progetto territoriale quindi che eviterebbe le ennesime cattedrali nel deserto associando i comuni del territorio e favorendo politiche di credito finanziario e di rimodernamento dei trasporti e della viabilità.
L’onorevole Franco Mari, deputato di Sinistra Italiana, nel suo intervento ha rimarcato le difficoltà dei Comuni e delle Regioni che in assenza di finanziamenti adeguati da parte del governo, sono costretti ad aumentare i tributi locali sottraendo di fatto risorse alle persone; a ciò si aggiunge l’assenza di servizi che costringe, chi può, a pagare di tasca propria servizi fondamentali che riguardano la salute, la viabilità, l’istruzione.
Secondo Mari, ci sono fattori decisivi che influenzano le popolazioni nella scelta di rimanere nei territori oppure abbandonarli: sono le politiche pubbliche, che non possono dipendere dal numero di abitanti. I bandi regionali non risolvono il problema: occorre un progetto che stabilisca quanto occorre in termini di finanziamento economico e in termini temporali per incrementare il turismo, l’agricoltura sostenibile, e così via, non nel singolo comune ma in tutta l’area interessata allo sviluppo.
Ha poi preso la parola l’europarlamentare di AVS, Benedetta Scuderi che ha esordito dicendo: “ecco io sono un giovane che è andato via.
Qui mancano non solo le occasioni di sviluppo economico ma anche quelle culturali, del tempo libero, cioè quelle di sviluppo personale e di crescita. È molto semplice andarsene per tutti questi motivi, ma se ti soffermi a pensare potresti chiederti perché si potrebbe tornare.
Si potrebbe tornare perché questo territorio è bellissimo, selvaggio si potrebbe dire, e non ci sono tanti posti così in Europa che sono rimasti veri, autentici, verdi”.
Scuderi ritiene che la poca popolosita’ è intrinseca al popolo cilentano che è portatore di uno stile di vita diverso, più lento si potrebbe dire.
Qui sarebbe auspicabile un modello di sviluppo completamente differente da quello che di solito ci viene propinato e che presuppone un differente modello di benessere. Dovremmo però riuscire a renderlo duraturo, strategico, a riprogrammarlo e definirlo all’interno del territorio costituendo non una replica ma un’alternativa che tanti giovani ricercano: un modello di vita più sostenibile, di comunità, di prossimità dove l’agricoltura può diventare a km 0, di qualità e di sostenibilità economica, dove il turismo non è solo balneare ma anche esperenziale, di esplorazione e di avvicinamento alla natura, dove anche il modello energetico diventa di comunità ed abbassa il costo dell’energia ma crea anche lavoro.
Una Transizione generazionale che creerebbe nuovi lavori: sfruttare il sole e il vento creerebbe, ad esempio, nuovi tecnici per lo sviluppo del territorio.
Occorre una pianificazione strategica: il welfare e i servizi non esistono più: la sanità è azienda e quindi profitto. Tanti servizi non fanno profitti e quindi il governo decide i tagli per l essenziale ma potenzia gli armamenti.
Riprendendo quanto asserito dal
Sindaco, Benedetta Scuderi conclude evidenziando che occorre mettersi assieme, creando collaborazioni anche con le aree interne, e che bisogna fare resistenza: l’Europa i fondi li da’ ma l’imbuto è l’istituzione che non li eroga; occorre creare strutture di legalità a protezione del nostro territorio.
I lavori sono stati conclusi dal Segretario generale dello Spi Cgil Campania Franco Tavella il quale ha evidenziato che i problemi e le difficoltà del cilento sono più o meno simili per tutta la dorsale appenninica e quindi occorre un’idea di sviluppo per tutto l’Appennino meridionale nel quale il Cilento, le nostre aree interne, l’avellinese, siano parte fondamentale di un progetto che restituisca a questi territori possibilità di svilupparsi e di far vivere meglio chi ci vive.
Questi territori hanno visto lo spopolamento da parte dei giovani ma adesso incominciano ad andare via anche i pensionati, gli anziani: in assenza di servizi adeguati, raggiungono i loro figli in altre parti di Italia. Qui si rischia il deserto!
Secondo Tavella, nel Cilento non bisogna copiare modelli di sviluppo industriale di altre aree del nostro Paese: l’originalità dell’idea di sviluppo è nel cogliere la vocazione territoriale e le sue potenzialità.
Ciò che manca è una scelta di carattere politico e la finanziaria varata dall’attuale governo è un oltraggio, un’offesa; un atto di disprezzo e di arroganza verso i più deboli che prevede 3€ di aumento al mese per i pensionati.
Tavella ritiene che nel Cilento si potrebbe mutuare il modello di sviluppo toscano e che unitamente al turismo andrebbe potenziato il comparto delle produzioni compatibili con l’ambiente, fatto di piccole e medie industrie, artigianato, coinvolgendo tutti i Comuni del Cilento.
Vanno però migliorate anche le condizioni di vita delle popolazioni locali e lo si può fare continuando a battersi per una sanità pubblica, unica garanzia per il diritto alla salute di tutti i cittadini, e utilizzando le opportunità dei PNRR nel creare e potenziare la medicina territoriale e di prossimità favorendo il permanere in queste aree anche dei soggetti meno giovani.