26 Aprile 2025

Bella Ciao

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Il 25 aprile 1945, ottant’anni anni or sono alle 8 del mattino, dai microfoni di Radio Milano Liberata,Sandro Pertini, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamava l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazi-fascisti, già in fuga dopo che gli alleati avevano superato il Po, mettendoli davanti all’alternativa “ Arrendersi o perire!” Le fabbriche vennero occupate e presidiate. e la tipografia del Corriere della Sera fu usata per stampare i primi fogli che annunciavano la vittoria. La sera stessa Benito Mussolini e i gerarchi fascisti abbandonano Milano scappando verso Como, In realtà la lotta era già cominciata qualche anno prima, dopo l’armistizio dell’8 Settembre del 1943,firmato a Cassibile, e ancor prima con gli straordinari scioperi del Marzo dello stesso anno a Milano, Torino e Genova; ma la data del 25 Aprile ’45 rimane data simbolica per chi combatté la guerra partigiana, sotto la guida militare e politica del Comitato di Liberazione Nazionale. Chi furono gli eroi?Erano donne, uomini, preti, operai, intellettuali, giovani, perfino ragazzi. Soldati e ufficiali dell’esercito italiano, lasciati allo sbando, scampati alle deportazioni in Germania perché non si erano arruolati nell’esercito della Repubblica di Salò. Gente di ogni età ed estrazione sociale, con differenti idee religiose e politiche, ma tutti accomunati da un’identica idea: lottare per raggiungere la Democrazia, liberare l’Italia e mettere fine a vent’anni di dittatura fascista.Non ci sono dati concreti, d’altronde sarebbe impossibile reperirne, vista l’estrema aleatorietà delle fonti, ma si stima che tra i 400.000 e i 500.000 partigiani e partigiane armati abbiano svolto azioni di guerriglia, di sabotaggio, di supporto all’esercito angloamericano.Ma fu anche guerra civile, guerra contro la Repubblica Sociale Italiana, lo stato fantoccio voluto e sorretto dai nazisti, contro coloro che, giovani e giovanissimi, in buona o in mala fede, si schierarono dalla parte sbagliata, e che assieme a fanatici e sanguinari, si resero protagonisti di stragi, repressioni e atti di ferocia senza pari nei confronti delle popolazioni.La data del 25 Aprile rappresenta anche l’avvio della fase di governo del CLN, che sfocerà nel referendum del Giugno ’46 per la scelta monarchia o repubblica, consultazione che vedrà per la prima volta le donne chiamate alle urne; poi dopo la nascita della Repubblica Italiana, la stesura della carta Costituzionale.E’ da, da quelle donne e uomini che lottarono per la libertà e per la democrazia che discendono i valori fondanti della nostra Costituzione, basati sul lavoro, sulla pace, sull’uguaglianza, sulla libertà dal bisogno. Questo racconto non può restare relegato alla retorica di una giornata! Va trasmesso alle giovani generazioni, va testimoniato nella prassi quotidiana. La lotta Partigiana deve ricordarci che nulla fu regalato, che tutto venne conquistato; ed è per questo che la Costituzione, con i suoi valori, nata dopo un ventennio di dittatura, rimane un bene indisponibile! L’idea oggi dominante della pacificazione è una trappola pericolosa! Serve sostanzialmente a qualcuno per “mixare” insieme memoria e storia. Lo sbiadirsi della memoria, la scomparsa dei testimoni oculari che vissero quei momenti, consentono di dire che siamo tutti uguali, e che adesso è inutile litigare mentre è bellissimo abbracciarsi.L’idea che sotto il modello della pacificazione si possano ricongiungere ed assimilare le parti opposte, è un insulto ai resistenti. E’ corretto dire che bisogna tener conto delle ragioni degli altri, ma sarebbe meglio parlare di “ motivazioni” Altrimenti si finisce per dare un po’ di ragione agli uni e un po’ agli altri, insomma laviamoci. la coscienza, facciamo pari e patta e non se ne parli più. L’Italia è davvero maestra in questo processo di rimozione che affossa ogni esame di coscienza. Anche l’oblio,non è una novità, è necessario per vivere, ma tener viva la memoria e studiare la storia ci da la possibilità di capire che vi sono, e vi sono sempre state, scelte aperte. Ogni individuo e ogni generazione deve decidere tra le varie soluzioni ai problemi. Quello che va trasmesso è il senso della scelta, con le relative distinzioni valoriali.Come seppero fare i valorosi combattenti della guerra partigiana.( a cura SPI CGIL Salerno)