21 Novembre 2024

BELLA CIAO

Il 25 aprile 1945, settantanove anni or sono, alle 8 del mattino,attraverso i microfoni di radio Milano Liberata,Sandro Pertini, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamava l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazi-fascisti, mettendoli davanti all’alternativa “ Arrendersi o perire!”
In realtà la lotta era già cominciata qualche anno prima, con gli straordinari scioperi del Marzo dello stesso anno a Milano, Torino e Genova; ma la data del 25 Aprile ’45 rimane data simbolica per chi combatté la guerra partigiana.
Dopo l’armistizio dell’8 Settembre del 1943,firmato a Cassibile, in Sicilia, l’esercito italiano venne lasciato in balia dei tedeschi, senza ordini, allo sbando, mentre il Governo e Il re se la davano ignominiosamente a gambe.
Chi furono gli eroi,spesso misconosciuti, che diedero vita alla lotta partigiana di liberazione, e che operarono nel periodo compreso tra l’8 Settembre del 1943, e la fine della guerra?
Erano donne, uomini, preti, operai, intellettuali, giovani, perfino ragazzi. Soldati e ufficiali dell’esercito italiano, abbandonati a se stessi, scampati alle deportazioni in Germania perché non si erano arruolati nell’esercito della Repubblica di Salò.
Gente di ogni età ed estrazione sociale, con differenti idee religiose e politiche, ma tutti accomunati da un’identica idea: lottare per raggiungere la Democrazia, liberare l’Italia e mettere fine a vent’anni di dittatura fascista.
Non ci sono dati concreti, d’altronde sarebbe impossibile reperirne, vista l’estrema aleatorietà delle fonti, ma si stima che tra i 400.000 e i 500.000 partigiani e partigiane armati abbiano svolto azioni di guerriglia, di sabotaggio, di supporto all’esercito angloamericano.
Le formazioni combattenti videro lottare fianco a fianco, oltre alle principali ( Brigata Garibaldi, GAP, SAP) formazioni minori,autonome, legate ai liberali, ai monarchici, trotskiste come Bandiera Rossa, ma anche anarchiche come la Bruzzi-Malatesta. Va ricordato il Corpo Volontari della Maiella; La brigata è l’unica formazione partigiana decorata con la medaglia d’oro al valor militare alla bandiera.
Un capitolo a parte, meriterebbe solo il ruolo delle donne. In un contesto sociale dove domina il paradigma del maschio guerriero, il contributo femminile alla lotta di resistenza viene prevalentemente oscurato. Solo 35.000, a fronte di 150.000 uomini, sono le donne alle quali sarà riconosciuta la qualifica di partigiana combattente, dopo la conclusione vittoriosa della lotta.
Fu una guerra civile, guerra contro la Repubblica Sociale Italiana, lo stato fantoccio voluto e sorretto dai nazisti, contro coloro che, giovani e giovanissimi, in buona o in mala fede, si schierarono dalla parte sbagliata, e che assieme a fanatici e sanguinari, si resero protagonisti di stragi, repressioni e atti di ferocia senza pari nei confronti delle popolazioni.
La data del 25 Aprile rappresenta anche l’avvio della fase di governo del CLN, che sfocerà nel referendum del Giugno ’46 per la scelta monarchia o repubblica, consultazione che vedrà per la prima volta le donne chiamate alle urne; poi dopo la nascita della Repubblica Italiana, la stesura della carta Costituzionale.
E’ da quelle donne e uomini che lottarono per la libertà e per la democrazia che discendono i valori fondanti della nostra Costituzione, basati sul lavoro, sulla pace, sull’uguaglianza, sulla libertà dal bisogno.
Questo racconto non può restare relegato alla retorica di una giornata! Va trasmesso alle giovani generazioni, va testimoniato nella prassi quotidiana La lotta Partigiana deve ricordarci che nulla fu regalato, che tutto venne conquistato, pagato con la vita; ed è per questo che la Costituzione, con i suoi valori, nata dopo un ventennio di dittatura, rimane un bene indisponibile.
Oggi più che mai, in una fase in cui la “cancel culture” imperversa nel nostro Paese, governato da una destra becera, dove si tacitano le voci libere, deve alzarsi forte e chiaro un solo grido “Ora e sempre, Resistenza!”

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